Uno studio pubblicato sul numero di ottobre 2018 della rivista Phytotherapy Research ha valutato l’efficacia della supplementazione di tè verde (Camellia sinensis) sul trattamento del fegato grasso non alcolico. Denominata anche steatosi epatica non alcolica (NAFLD), è una condizione piuttosto frequente nei paesi occidentali, con una prevalenza stimata intorno al 20-30% della popolazione generale, e caratterizzata dall’accumulo di grassi nel fegato.
La causa di questo problema è metabolica: normalmente infatti le cellule epatiche coniugano gli acidi grassi liberi nel sangue – introdotti con la dieta e prodotti dal metabolismo – con gli zuccheri, dando origine a lipidi complessi come i trigliceridi, accumulabili nel fegato per deposito e riserva energetica e da sfruttare all’occorrenza. Sovrappeso, dislipidemia, diabete, malattie intestinali o abuso di alcuni farmaci (ad esempio i cortisonici) possono aumentare il carico di lavoro per il fegato, che si trova così a immagazzinare più grassi del necessario.
Gli autori di questo studio hanno effettuato una ricerca sistematica nelle principali banche dati elettroniche medico-scientifiche, tra cui PubMed, Scopus, Web of Science e Google Scholar, fino al 30 ottobre 2017, per individuare le evidenze corrispondenti ai criteri di inclusione.
La dimensione dell’effetto è stata presentata come differenza media con gli intervalli di confidenza (IC) al 95%. La metanalisi dei dati di quattro studi ha indicato che l’assunzione di preparati a base di tè verde esplica effetti significativi sulle concentrazioni ematiche di alanina aminotransferasi (-12,81 U / L, IC 95%: da -18,17 a -7,45) e aspartato aminotransferasi (-10,91 U / L; IC 95% da -19.66 a -2.17).
Un effetto positivo del tè verde è stato osservato anche sull’indice di massa corporea (-2,08 kg/cm2, IC 95%: da -2,81 a -1,36), sui livelli di trigliceridi (-31,87 mg/dl, IC 95%: -40,62 a -23,12 ), colesterolo totale (-27,57 mg/dl; IC 95%: -36,17 -18,98) e colesterolo LDL (-14,15 mg/dl; IC 95%: -23,69 a -4,60); nessun effetto significativo è stato rilevato sulle concentrazioni ematiche del colesterolo HDL (7,41 mg/dl, IC 95%: -1,49 a 16,30) e sul modello omeostatico per la stima della resistenza insulinica (-4,06, IC 95%: -10,22 a 2,09).
Da questa revisione sistematica con metanalisi degli studi disponibili sull’azione del tè verde in questo ambito si riscontrano quindi potenziali benefici della supplementazione di Camellia sinensis sul fegato grasso non alcolico.
Fonte: Mansour-Ghanaei F, Hadi A, Pourmasoumi M, et al. Green tea as a safe alternative approach for nonalcoholic fatty liver treatment: A systematic review and meta-analysis of clinical trials. Phytother Res. 2018 Oct;32(10):1876-1884. doi: 10.1002/ptr.6130.